Dunque grande attesa per la riforma IRPEF che porterà aumenti del netto più arretrati ai pensionati con le pensioni di aprile 2024. E’ tutto ufficiale fino a €260 ma chi riceverà davvero questo aumento netto ma soprattutto chi non lo riceverà?
Novità in pensione ad aprile
Purtroppo ci sono ben quattro categorie di pensionati che non avranno nulla! Tutti più ricchi con la riforma dell’Irpef meno tasse per i redditi medi bassi. Insomma con la pensione di aprile scopriremo in concreto questo nuovo netto aumentato. INPS infatti applicherà le nuove aliquote 23, 35 e 43 proprio da aprile con l’addio quindi allo scaglione che prevedeva la tassazione al 25%. I netti così potranno aumentare di €260 l’anno che poi in realtà sono circa €21 al mese come massimo vantaggio.
A quale pensione non spetta l’aumento
Tutto bene ma in realtà non per tutti, vediamo quindi chi non avrà alcun aumento beneficio ad aprile. Prime categorie escluse per forza di cose parliamo dei percettori di prestazioni assistenziali come l’invalidità civile o l’assegno pensione sociale. Essendo infatti questi assegni esenti per loro natura da imposta, l’abbassamento dell’aliquota non porta alcun vantaggio o variazione. I vostri importi netti quindi ad aprile restano uguali a marzo, a febbraio, a gennaio.
Seconda categoria di esclusi i percettori di pensioni minime fino a €614 o comunque i percettori in generale di pensioni molto basse con redditi non superiori a €8500 l’anno. 8500 infatti è il tetto di quella che si chiama notax area, area senza tassazione. Quindi anche per voi nessun cambiamento o aumento ad aprile.
Terza categoria di esclusi pensionati che pagano l’IRPEF ma che hanno redditi fino a €15.000 l’anno. Per voi zero vantaggio dalla riforma perché la vostra aliquota era già al 23% e resterà al 23%, non vi cambia assolutamente nulla. Infatti gli aumenti e benefici sul netto arriveranno solo ai pensionati con redditi superiori a €15.000 l’anno e il vantaggio massimo sarà per coloro che abbiano redditi uguali o superiori a €28.000.
La riforma Infatti ha semplicemente esteso l’aliquota del 23% anche a quei redditi tra 15.000 euro e €28.000 che prima scontavano un’imposizione al 25%.